La tempera su carta era avvolta in un incarto di carta velina ingiallita proveniente dalla casa dello scrittore e sceneggiatore Massimo Franciosa. E a matita figurava, incurante dei nostri dubbi, la scritta in stampatello ILLUSTRAZIONE DI GINO SEVERINI. Scritta apparentemente coeva alla carta. Basta.
Nasceva così una delle cose più divertenti di chi ama l'arte. Risalire alla fonti, cercando riscontri e conferme. Un percorso che, sino ad ora, non ci ha portato da nessuna parte. Per la grande produzione di Severini, ma anche per la difformità stilistica che adottò negli anni '40 e '50. Non disdegnando l'illustrazione di genere per riviste e aziende.
Forse un collezioniste di cartoline, o di riviste d'epoca, può essere d'aiuto. Per dare una paternità. O per negarla per sempre.
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